Descrizione estesa
Appare singolare il trionfalismo con il quale la ricorrente ha accolto l’ordinanza del Tar del Lazio sulla vicenda di presunte irregolarità nelle firme per la presentazione di due liste a sostegno del sindaco Riccardo Varone alle scorse elezioni amministrative.
Il provvedimento del Tribunale amministrativo, con il quale è stato concesso alla ricorrente un termine per la proposizione di una querela di falso, è stato propagandato come un clamoroso successo giudiziario ma in realtà ha semplicemente disciplinato una fase processuale che non può essere negata, attendendo al diritto fondamentale alla difesa riconosciuto ad ogni cittadino. Ma non ha affatto accolto il ricorso nel merito.
Occorre perciò evidenziare che, ancorché venga proposto il procedimento per l’eventuale verifica delle falsità ipotizzate dalla ricorrente, tale procedimento:
l si dovrà svolgere dinnanzi al Giudice ordinario e non al TAR;
l dovrà avere un esito tale da dichiarare la falsità di quanto eventualmente ritenuto illegittimo;
l anche in quel caso non è affatto certo che il procedimento dinnanzi al Tar abbia l’esito sperato dalla ricorrente.
«Questa vicenda - dichiara il sindaco Varone - avrà un suo percorso fisiologico, certamente non breve. Non posso però tacere alcune amare considerazioni. Alcuni noti personaggi, evidentemente frustrati nelle aspettative elettorali, non intendono accettare il responso delle urne aggrappandosi a fantomatiche irregolarità con il verosimile obiettivo di sporcare l’immagine dell’Amministrazione comunale legittimamente in carica. E lo fanno addirittura anticipando l’esito dei giudizi secondo i propri desideri, distorcendo ad arte il significato dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria, alimentando una inutile e malevola discussione e, da ultimo, dimostrando o scarsa comprensione delle norme sottese ai procedimenti giudiziari oppure di voler approfittare di quella dell’opinione pubblica»